Contestazione Disciplinare

La lettera di contestazione disciplinare è un documento tramite il quale il Datore di lavoro contesta formalmente al lavoratore dipendente una grave condotta rilevata all’interno dell’Azienda.

Per via della natura del contratto di lavoro subordinato, il datore di lavoro ha la facoltà di esercitare un potere disciplinare, per sanzionare il dipendente, a fronte di comportamenti che costituiscano una violazione degli obblighi contrattuali. Il potere disciplinare del datore di lavoro ha lo scopo di tutelare l’Azienda ed il rispetto degli obblighi contrattuali da parte del dipendente, attraverso l’utilizzo di sanzioni disciplinari nei confronti del lavoratore inosservante. La sanzione disciplinare è l’ultimo atto di una procedura, chiamata “procedimento disciplinare”, i cui termini e fasi sono sanciti in modo preciso dalla legge e dai contratti di lavoro. Da parte del datore di lavoro, è importante seguire con correttezza la procedura, per non rischiare di vanificare la sanzione.

Una procedura disciplinare si articola, sinteticamente, nelle seguenti fasi: la contestazione di addebito, la formulazione delle giustificazioni, la comminazione della sanzione disciplinare, l’impugnazione della sanzione da parte del lavoratore (mediante ricorso al magistrato, preceduto dall’esperimento del tentativo obbligatorio di conciliazione mediante ricorso al Collegio di conciliazione ed arbitrato, da azionare entro venti giorni dalla comminazione della sanzione), a quel punto, se il datore di lavoro non si costituisce nei termini la sanzione decade, invece, se il datore di lavoro non aderisce alla richiesta di costituzione del Collegio, ne dà comunicazione e attiva la normale procedura vertenziale. Ad ogni modo, una contestazione disciplinare può concludersi anche con una semplice ammonizione da parte del Datore di lavoro oppure accettando le giustificazioni presentate dal lavoratore dipendente, che in questo caso non subisce conseguenze per la sua condotta.